Il mercato unico dopo 20 anni di Gianni Pittella
Autore : Redazione
Pubblicato il : 12-06-2013
Quest’anniversario arriva in un momento particolarmente delicato per l’Europa alle prese con la difficoltosa uscita dalla crisi economica.
Un momento particolare perché in questi anni la congiuntura economica negativa ha favorito il riemergere dei mai sopiti sentimenti protezionistici e nazionalistici di alcuni governi; ha evidenziato in troppi casi una scarsa solidarietà tra i Paesi europei; ha favorito l’affermarsi, in alcune realtà, di movimenti populisti e spinte separatiste. Elementi e comportamenti questi che hanno messo in seria discussione il progetto stesso di Unione europea. Atteggiamenti da stigmatizzare perché hanno rappresentato e di fatto rappresentano l’antitesi del mercato unico.
Eppure dovrebbe essere proprio la crisi economica a suggerirci da dove ripartire. Il completamento rapido del mercato unico dovrebbe essere un elemento ancora più centrale dell’agenda europea per la crescita.
Il Presidente Napolitano ha recentemente evidenziato come: “Tra tre anni, il 90% della crescita economica mondiale sarà generata al di fuori dell’Unione Europea, e per non mancare le opportunità legate al costante incremento degli scambi internazionali dobbiamo migliorare la qualità dei nostri servizi, dei nostri prodotti e dei processi di produzione”. Questo significa appunto migliorare le performance del Mercato Unico.
Ma perché il mercato unico possa essere protagonista del rilancio economico e sociale europeo é necessario prima di tutto riconoscere che molta della fiducia che i cittadini avevano risposto nel mercato unico é andata dispersa e sta alla politica riconquistarla con i fatti.
Per ristabilire la fiducia dei cittadini c’é bisogno di una visione ambiziosa da parte delle istituzioni europee e di responsabilità politica da parte degli Stati membri che troppo spesso recepiscono in maniera tardiva ed in alcuni casi impropria le normative comunitarie.
È vero che molti risultati positivi sono già stati conseguiti in questi 20 anni ed hanno apportato benefici evidenti alle imprese e ai consumatori (prezzi più bassi in alcuni settori di mercato, maggiore concorrenza, possibilità di viaggiare e lavorare in tutta l’Unione europea, accesso ad un mercato di 500 milioni di persone per le imprese e una migliore protezione per i consumatori), ma sono ancora necessari ulteriori passi in avanti.
Sono diversi i settori che più di altri necessitano un rapido completamento nel tortuoso processo di integrazione. I cittadini guardano a questo processo con grandi aspettative.
Mi riferisco ad esempio al completamento con la massima determinazione e rapidità del mercato unico digitale affinché i consumatori abbiano pieno accesso a offerte di beni e servizi piú competitivi, e ancora alla creazione di un sistema europeo che garantisca dei ‘ricorsi collettivi’ economici per i consumatori. Di regole chiare in questo settore beneficerebbero sia i consumatori che le imprese. E ne beneficerebbero i consumi che in Europa oggi sono “congelati”.
Ma di più si può fare anche nel settore finanziario garantendo ad esempio come diritto universale l’accesso ad un conto corrente di base. L’affermazione di questo diritto aiuterà a contrastare l’esclusione sociale e finanziaria nella nostra società e a migliorare l’integrazione e la mobilità di lavoratori e studenti nel mercato unico per i prossimi 20 anni. Così come vanno affrontati ed eliminati tutti quegli ostacoli che impediscono ai tantissimi professionisti di esprimersi e muoversi all’interno dell’Unione. Per farlo dobbiamo dotarci di un sistema efficace di riconoscimento automatico delle qualifiche professionali.
È attraverso decisioni del genere e con un approccio ambizioso ed a “misura di cittadino” che bisogna completare il mercato interno. Attraverso un’azione che tenga conto anche della dimensione esterna del mercato unico con l’obiettivo di rafforzarla, in particolare perseguendo le sinergie possibili tra le politiche interne ed esterne dell’Unione, tra il mercato interno ed il commercio.
Un’iniziativa politica forte da parte delle istituzioni europee sarebbe capace non solo di riconquistare la fiducia dei cittadini ma di offrire un reale slancio alla nostra economia.
Gianni Pittella
Vicepresidente vicario del PE
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