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Thyssen Torino: 6 dicembre 2007. Io c’ero

Nella notte lo stabilimento della ThyssenKrupp, in Corso Regina, ad Ovest del Parco della Pellerina (quasi un Central Park), prese fuoco, un rogo spaventoso in cui morirono complessivamente 7 persone.

Io abitavo, allora, a Torino, proprio dall’altra parte del Parco, e il suono delle sirene delle ambulanze mi arrivò ovattato dalla distanza e dall’umidità di fine autunno; al mattino rimase nell’aria uno sgradevole, diffuso odore di fumo mentre la Città, come un unico essere vivente, si svegliò ferita, dolorante e, soprattutto, incredula.

Come era potuto accadere che una grande azienda come la Thyssen non osservasse le più elementari norme sulla sicurezza in azienda?! Come era potuto succedere a Torino, di nuovo, un altro rogo così devastante?!

La memoria era corsa subito al “Rogo dello Statuto” del 1983, in cui 64 persone persero la vita nel cinema Statuto, e alle forti emozioni di quel febbraio nonché alla determinazione, nata proprio da quella triste circostanza, di porre la Sicurezza al primo posto, sia nei luoghi di divertimento e sia nel lavoro.

Tutti avevano detto: “Mai più un altro Statuto” ed, ora, invece, alla vigilia di un Natale più povero di quelli precedenti, segnato da una cronica Cassa Integrazione Fiat ed un blocco dell’indotto, passata l’onda lunga delle Olimpiadi 2006, la sabauda Torino, riservata e discreta, spense le luminarie natalizie e proclamò il lutto cittadino.

La sentenza di questi giorni è stata indubbiamente esemplare e la costanza di Guariniello, PM molto conosciuto nel foro torinese, fin da quando si occupava di Lavoro, è stata premiata ma, questa storia, non deve finire qui.

In Italia, il Lavoro è privo di quella reale “cultura del lavoro”: si investe poco in Sicurezza, Formazione e Aggiornamento professionale; ciò che più colpisce della vicenda Thyssen sono le dimensioni aziendali, la fine di quel mito che poneva la grande azienda come più “tutelante” rispetto alla piccola.

Sono tempi difficili, oggi più del 2007, e non possiamo che augurarci che si favoriscano opere per la messa in sicurezza, sia nelle aziende private sia nella collettività, perché la Sicurezza non è un qualsiasi costo inutile ma l’Investimento per tutelare il capitale umano.

Bologna 5 giugno 2013

Mirella Di Lonardo

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