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Nell’incontro promosso dall’Associazione Valore Lavoro di Bologna , il 25 febbraio 2014 abbiamo invitato:
Angela Pascucci, giornalista, autrice de “Potere e Società in Cina”
Amina Crisma, docente all’Università di Bologna, Corso di Laurea in Lingue, Mercati, Culture dell’Asia,
Marco Lombardo, Università di Bologna e Responsabile Europa e relazioni internazionali del PD di Bologna.
Il confronto è stato coordinato da Federica Baraldi
Angela Pascucci, Amina Crisma, Marco Lombardo sono stati i relatori di un confronto aperto, e da punti di vista molto diversi, su cosa sia e cosa rappresenti la Cina oggi, e sulla transizione, ancora in fieri, a Paese “normalizzato”.
Una giornalista, una sinologa, uno studioso hanno portato a testimonianza il loro vissuto e la loro esperienza dell’Altro dall’Eurocentrismo.
Provando a smantellare ignoranza, luoghi comuni e cliché abusati sull’oriente, e partendo dal libro di Angela Pascucci, Potere e Società in Cina, hanno riflettuto sull’enorme cambiamento politico e sociale in atto nel Paese, sulle dicotomie, le contraddizioni, le spinte sociali che stanno letteralmente portando la Cina ad un nuovo assetto, i cui esiti ancora non possiamo nemmeno scorgere, ma che certamente produrranno effetti impattanti anche per l’Italia e l’Europa più in generale.
Le spinte migratorie di milioni di individui, ogni anno, dalle campagne alle città, il dissenso politico, la mancanza di rispetto dei diritti ed ancor più la mancata applicazione dei dispositivi normativi, seppur esistenti, che garantirebbero una maggiore uguaglianza dei cittadini. Cosa significheranno e comporteranno questi mutamenti dal punto di vista globale?
L’inquinamento, dell’aria tanto quanto delle falde acquifere, la salubrità e la sicurezza alimentare, l’accesso all’Università, sono solo alcuni temi sui quali i relatori si sono soffermati per dipingere il quadro di un Paese che sfugge, non solo o non tanto per le dimensioni, ma soprattutto per la complessità dei temi, spesso banalizzati o semplificati ad uso e consumo della comprensione occidentale, per giunta “mediata” da media non sempre correttamente informati e rispondenti all’esigenza di informare correttamente.
Per questo, abbiamo tentato di costruire un confronto teso a smantellare la demonizzazione o, dall’altro canto, la mitizzazione della Cina, perché questa non sia più la proiezione dei sogni o degli incubi dell’Occidente.
E’ necessario, oggi più che mai, uscire dalla rappresentazione della Cina come grande figura dell’Alterità: i rapporti Cina/ Occidente sono una lunga storia, fatta anche di incontri e interazioni, ed in mondo globalizzato ed interconnesso come il nostro, lo sforzo di andare oltre, di confrontarsi e guardarsi per quel che la realtà davvero rimanda, è doveroso, pena un mancato riconoscimento della pluralità dell’uno e dell’altro ambito.
Lu Dan 1953
La percezione corrente della Cina in Italia è quella di un’ entità monolitica. Si tratta invece, come ben ci mostra il libro di Angela Pascucci, di una realtà complessa contraddittoria, fatta di contrasti e di tensioni. Si pensi alle 56 etnie, o alla distanza città/campagna, mondo urbano/mondo rurale. L’esigenza pressante e concreta di una comprensione della realtà cinese per tutti diventa determinante specie per chi ha responsabilità di decisioni politiche e di governo.
“Anche oggi si può dire che la Cina” – citando Angela – “sia a un bivio, e la radicalizzazione delle posizioni chiede di cambiare strada, ma […], anche se gli attriti sono molto forti, la peculiarità cinese di un potere tutto concentrato nelle mani di un solo partito, che afferma di identificare i propri interessi con quelli della nazione, porta a ridimensionare e differire i contrasti. La strategia di base […], e che ancora sembra tenere tutto insieme, è di procrastinare e rimandare il problema della scelta. Scegliere significa sacrificare gli interessi di qualcuno per favorire quelli di un altro, ma l’idea ancora prevalente è di cercare di conciliare l’inconciliabile e rimandare la scelta attraverso un accordo interno al Pcc tra i vari gruppi di interesse”.
Così c’è la Cina, grande, sterminato, multiforme e sfuggente Paese, l’Altro da noi, e c’è l’Europa, il Noi.
Ovvero come ci vedono loro. Nelle parole di Marco Lombardo, che racconta che ad un incontro in Cina con Romano Prodi, mentre questi raccontava il progetto europeo ad una platea di studenti e professori, uno studente, per nulla ironico, anzi molto coscienzioso, alzò la mano per fare una domanda, che non ricevette risposta: “Scusi, non riesco a capire se l’Europa è un progetto o un museo”.
La risposta dobbiamo ancora darla a noi stessi, forse.
Amina Crisma ricorda come gli studi cinesi siano presenti in oltre 20 sedi universitarie e coinvolgano oltre 3000 studenti, l’Associazione Italiana Studi cinesi (AISC) abbia oltre 300 aderenti e si stanno facendo sforzi cospicui di alta divulgazione, sia a livello di editoria sia a livello di riviste.
In questa chiave si è pensato di costruire un Osservatorio Cina nel sito di Valore Lavoro (www.valorelavoro.com), e di promuovere incontri periodici con esperti su vari aspetti della realtà cinese:
• sul pensiero politico cinese e la sua attualità
• sull’immigrazione cinese in Italia
• sull’economia cinese
• sul rapporto passato/ presente, tradizione /modernità
• sulla politica estera cinese, e sul ruolo della Cina nello scenario mondiale
Tramite questi incontri periodici sulla Cina ci ripromettiamo di attuare un raccordo fra il mondo dello studio e della ricerca e la città. Riteniamo che contro la separatezza, la frantumazione, l ‘atomizzazione a cui si assiste, sia più che mai necessario oggi promuovere la ricomposizione, l’incontro, la conversazione, la riflessione condivisa.
Bologna 26 febbraio 2014
di Federica Baraldi – Responsabile Comunicazione di Valore Lavoro
e Amina Crisma – curatrice dell’Osservatorio Cina