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Ri-cominciamo da sinistra

 

 

Pubblichiamo il manifesto di questa nuova associazione fondata da compagni e amici bolognesi che hanno collaborato con Valore lavoro e condiviso molte nostre iniziative.

Riportiamo il loro logo e l’invito a partecipare all’assemblea del 20 febbraio.

ricm

 

 

 

 

 

Associazione politico-culturale “Ri-cominciamo da sinistra”. Manifesto di intenti

 

Ovunque, in Europa, le forze ispirate dal socialismo versano in uno stato di crisi.

Opache, afone, frammentate, senza progetto, oppure pervase da mutazioni degenerative.

Collassato il socialismo ‘reale’, i socialismi democratici hanno oscillato nell’eclettismo. Ovunque le ‘terze vie’ hanno cercato di riprendere slancio elettorale dismettendo i residui delle basi sociali del fordismo per orientarsi verso le nuove classi medie. “Governare le trasformazioni” è diventato il mantra ovunque celebrato, “aprirsi alle novità”, uscire dai recinti dell’ideologia, considerata, quest’ultima, un cascame del quale liberarsi e finanche un’aberrazione. Per tornare a “vincere”.

Così è accaduto che i socialisti, perse le proprie difese, son finiti contaminati dall’ideologia degli altri, quella trionfante, il neo-liberismo. Illudendosi di emendarla. La modernizzazione, senz’altro aggettivo che la sua necessità, ha preso il posto del modello di società. La governabilità ha fatto premio sulla rappresentanza. L’utilitarismo decisionale sul confronto e la discussione, cioè sulla partecipazione. Una enfatica ideologia meritocratica ha occupato il ruolo che un tempo era assegnato all’uguaglianza sociale. Cioè al motivo ispiratore senza il quale il socialismo cessa di essere una locuzione dotata di senso. Gli interpreti delle terze vie si son persi a lodare il talento e l’ipercompetenza proprio mentre il lavoro veniva svalorizzato dalla macchina economico-finanziaria e fatto regredire a una condizione ottocentesca di sudditanza. Questo è stato, e vorrebbe continuare ad essere, il nuovo “riformismo”.

Le crisi economiche e sociali del mondo globale hanno infine decretato il fallimento delle terze vie e delle loro pavide illusioni. Impoverimento di masse crescenti e decomposizione delle classi medie sono il risultato di una straordinaria ri-concentrazione di ricchezza e potere in poche mani. Lo smantellamento dello Stato sociale e degli istituti della cittadinanza sociale sotto i diktat del neo-liberismo tende a svuotare la democrazia delle sue basi materiali: compromessi, mediazioni, legami sociali, strutture di senso, identità. Cioè l’humus fecondo della stessa complessità sociale. I partiti pro-sistema sono ormai ridotti ad agenti di gestione di uno Stato minimo etero-guidato dal sistema finanziario, cioè dai comitati d’affari del primo decile del corpo reddituale. Nel mentre è di moda trattare i diritti come privilegi, le conquiste scaturite dal compromesso alto fra democrazia e socialismo come l’ancien regime da abbattere. L’etica pubblica, surrogata da un’esangue finzione legalista, misto di purismo e frustrazione, è diventata lo spazio di una perenne manipolazione dell’opinione pubblica. Un classismo arrogante e per nulla compassionevole si fa beffe di ogni fantasiosa pretesa di ricondurre il merito ai bisogni. Il conflitto sociale, rimosso dalla rappresentanza, riemerge come rancore, devianza, qualunquismo, xenofobia, base di manovra dei populismi. Il vuoto alimenta l’emergere di suggestioni oscurantiste e regressive in vasti strati popolari piagati da vecchie e nuove sofferenze e paure. La crisi del progetto europeo ha qui le sue origini di fondo.

Ricominciare dasinistra significa mettere in campo lotte e politiche che riducano le diseguaglianze, e trovare forme aggiornate di soggettività capaci di innervare di linfa sociale la democrazia politica, e con essa il progetto costituzionale europeo.

Uguaglianza per la democrazia, democrazia per l’uguaglianza. 

L’associazione Ri-cominciare da sinistra vuole essere un luogo dove questo nesso viene esplorato con l’analisi dei fatti, la formazione, l’approfondimento teorico, ma anche un luogo dove condividere una identità collettiva e una rinnovata cultura politica. Senza rinunciare a tematizzare i problemi dettati dall’agenda quotidiana, locale ed oltre (la mutazione in atto del “modello emiliano” è un paradigma troppo importante per poterla trascurare).

L’associazione si offre come un accampamento di frontiera a tutti coloro che ne vogliono condividere le istanze. Di qualunque biografia (certo nei limiti della decenza) siano portatori e qualunque sia la collocazione cis e ultra il confine. L’associazione vuole essere una comunità libera da costrizioni, una enclave dove la coscienza si esercita in vista della prassi, dove individui animati dalla passione propongono e confrontano il loro punto di vista in direzione di un obiettivo comune: promuovere l’eguaglianza sociale e la democrazia. Nell’idea di contribuire a trovare la strada percorrendo la quale prenda corpo un soggetto politico adatto al tempo presente, ma radicato nella storia della lotta per l’emancipazione umana e la dignità del lavoro.

 

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