Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone
La ministra della Sanità, Beatrice Lorenzin, ha assicurato che non sarà una cura da cavallo quella prevista dall’ultimo Decreto di settembre 2015 in merito alla spending review in sanità: si tratterebbe “solo” di togliere esami inutili per far spazio all’appropriatezza della cura. Lorenzin ha parimenti sottolineato che la lista delle analisi e delle prestazioni autorizzate è stata elaborata da società scientifiche e rivista dal Consiglio Superiore di Sanità.
Al di là dell’evidente perplessità della cittadina qualunque che si chiede dove siano finite le parole d’ordine delle “Pubblicità Progresso” dove il “prevenire è meglio che curare” non sono, ovviamente, in grado di poter definire ciò che sia necessario o meno in campo sanitario, tuttavia non posso non offrire, da Libera Professionista, il mio supporto etico – professionale ai medici nella protesta all’indomani del citato Decreto.
Ritengo che i camici bianchi abbiano ragione quando puntano il dito sul fatto che l’intrusione della politica mette a rischio il ruolo del medico e io ritengo, conseguentemente, della libera professione in genere. Non possiamo non essere solidali con l’ Anaao Assomed, il maggior sindacato dei camici bianchi ospedalieri. Il Presidente del Sindacato, Costantino Troise, ha, infatti, dichiarato: «Non è compito della politica definire i criteri dell’appropriatezza clinica, valore in cui pure ci riconosciamo, invadendo l’autonomia e la responsabilità dei medici. Senza contare i veri e propri strafalcioni o gli esempi di inappropriatezza assunti a sistema presenti nella parte tecnica del decreto, che la dicono lunga sulle competenze e sull’attenzione riservate a materia delicata che attiene il diritto alla salute dei cittadini».
La sanità è certamente l’ambito sensibile che tocca emotivamente ed economicamente tutti ma, a ben guardare, siamo di fronte ad un processo generalizzato che mette in discussione ogni figura e corpo intermedio tra lo Stato/Governo e l’utenza, privato cittadino o figura economico-giuridica: il decadimento del dialogo e della mediazione è un principio socio-politico che il Presidente del Consiglio ha ottimamente esemplificato in quell’ intervento pubblico del marzo 2014 in cui il leit-motiv è stato “Chissenefrega dei sindacati! Chissenefrega di Confindustria!” e, si potrebbe aggiungere, “Chissenefrega delle competenze professionali!”.
Se lo svilimento delle prerogative della professione medica è stato un atto del potere politico mediaticamente condiviso, l’attacco alle altre professioni si sta consumando lontano dai riflettori dei vari telegiornali e dei quotidiani. I Consulenti del Lavoro sono stati oggetto di caustici interventi in più occasioni, a cominciare da Renzi, in piena campagna per le primarie del PD, ed ora da Tito Boeri che asserisce “le imprese non devono più necessariamente dover ricorrere a degli intermediari, a dei consulenti del lavoro e consulenti fiscali ma devono interagire direttamente con noi, in modo da ridurre i costi per le imprese“.
È evidente il disprezzo di Boeri nei confronti dei professionisti che sono stati i veri protagonisti dell’informatizzazione degli archivi dell’INPS, con costi e formazione sostenuti in prima persona: tace questo signore in merito ai disservizi dell’Istituto (con un sito lento e spesso inagibile) e sottace della carenza effettiva di personale dell’Inps, insufficiente a gestire la mole di dati che mensilmente vengono “caricati” dai consulenti direttamente nella banca dati dell’istituto.
Anche in campo fiscale le cose non vanno meglio: il 730 precompilato non è stato particolarmente felice e molti contribuenti si sono dovuti, comunque, rivolgere ad un CAF o ad un commercialista.
Non è compito del politico sminuire le competenze: una nuova Politica deve rispettare e utilizzare le capacità di analisi professionale, sempre nel rispetto di una “laicità” dei reciproci ambiti. Il Presidente del Consiglio, Camillo Cavour, approverebbe!
Bologna 2 novembre 2015 Mirella Di Lonardo