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di Maria C. Fogliaro
A cinque anni dal suo trasferimento a Casalecchio di Reno nel 2011, la «Dieci Colli», terza edizione Gran Premio Assicoop, torna a Bologna, la città dove è nata nel 1985 per iniziativa del circolo tranvieri «Giuseppe Dozza». Con oltre duemila partecipanti provenienti da tutto il Paese e anche dall’estero, la manifestazione − in programma, come ogni anno, il primo maggio − è, per importanza, la quarta gran fondo cicloamatoriale italiana. È stata inserita dalla rivista «Cicloturismo» nel calendario «Prestigio 2016» e − da quest’anno − anche nel circuito «Romagna Challenge».
La gara partirà da via Saragozza, poco prima dell’Arco del Meloncello − nei cui pressi (nell’area interna al perimetro dello stadio Dall’Ara) verrà allestito il «villaggio Dieci Colli», che si animerà alla vigilia della manifestazione sportiva − lì verrà fra le altre cose organizzato l’ormai tradizionale pasta party −, e si concluderà, attraverso via di Casaglia, sul Colle della Guardia, davanti al Santuario della Madonna di San Luca, luogo-simbolo per tutti i bolognesi. Anche quest’anno il percorso in programma, dopo un inizio condiviso, si dividerà in due giri distinti: la storica gran fondo, che in questa edizione seguirà un nuovo itinerario fisicamente più impegnativo (coprirà quasi 175 chilometri, con notevoli dislivelli da superare); e la medio fondo, che impegnerà i cicloamatori per circa novanta chilometri. Parallelamente si svolgerà l’iniziativa «Pedalare con gusto», per gli appassionati di enogastronomia, organizzata da ormai dieci anni in collaborazione con l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia−Romagna.
«I tempi sono cambiati, ma il ritorno a Bologna ci riporta a una lunga, lunghissima storia» − spiega Davide Capelli, presidente del Circolo Dozza, che segue la manifestazione da ventisette anni, quando iniziò, da radioamatore, a organizzare l’assistenza radio alle varie postazioni dislocate lungo il percorso −. Dagli storici locali di via San Felice 11 − sede del Circolo Dozza, dove è conservato un prezioso archivio storico e fotografico − Capelli ricostruisce, servendosi dell’importante lavoro di ricerca di Franco Vannini, il lungo rapporto fra il circolo di cui è oggi presidente e il ciclismo. Una storia appassionata che risale alla metà degli anni Venti del XX secolo e rimanda alle attività organizzate con entusiasmo e per puro divertimento dalla sezione ciclistica di quello che allora si chiamava «Cral (Circolo ricreativo assistenziale lavoratori, ndr) tranvieri» di Bologna e che divenne nel 1935 il «Dopolavoro Atm» con sede in via San Vitale 13.
La «Dieci Colli» − afferma con fierezza Davide Capelli − nasce dallo stesso spirito e dallo stesso entusiasmo che animò le primissime iniziative ciclistiche dei tranvieri bolognesi, espressione di «un mondo e di un modello» (quello che si è sviluppato in terra d’Emilia soprattutto a partire dal secondo dopoguerra) «che non può morire». La gara può contare, infatti, oltre che sul prezioso contributo di Assicoop Bologna (del Gruppo UnipolSai), anche sul sostegno di numerosi partner, patrocinatori e simpatizzanti − come le tante istituzioni locali (fra le quali la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Bologna e la Provincia di Modena) o le organizzazioni, come la FITeL Emilia-Romagna −; ma è l’impegno concreto dei volontari a rendere possibile la realizzazione di questa gara complessa e impegnativa anche sotto il profilo origanizzativo. Gli attivisti (più di trecento) sono la vera anima della manifestazione: seguono la corsa lungo tutto il percorso che attraversa − tra boschi, torrenti e aziende agricole − alcuni dei più suggestivi paesaggi delle province di Bologna e di Modena; si occupano di mettere i cartelli stradali e di dare istruzioni; con generosità e impegno preparano da mangiare e servono ai tavoli nei punti di ristoro. Insomma, permettono il funzionamento di una macchina complessa come la gran fondo bolognese.
Consapevole del proprio importante passato che lo ha visto impegnato a perseguire i «valori democratici, di libertà, di pace, di dignità, di solidarietà, di giustizia sociale» − come stabilisce il suo statuto −, il Circolo Dozza, accogliendo l’appello del commissario tecnico della nazionale di ciclismo, Davide Cassani, ha deciso di guardare anche al futuro di uno sport che a Bologna è amato da sempre, e di sostenere con una quota del ricavato delle iscrizioni una gara giovanile di ciclismo, dando in tal modo un prezioso contributo alla realtà sociale di cui è parte integrante e attiva. Inoltre, dalla scorsa edizione, ha istituito il Premio intitolato a Giacomo Venturi − ex vicepresidente della Provincia di Bologna, grande appassionato di ciclismo e per anni sostenitore della corsa, morto prematuramente in un incidente stradale − da assegnare a personalità che si sono distinte nel supporto ad attività di utilità sociale.
La «Dieci Colli» è, pertanto, molto più di un evento sportivo: «è una festa fra amici, una grande famiglia» − ha affermato Capelli −. Ed è − aggiungiamo noi − il frutto di un’esperienza associativa unica − il Circolo Dozza − che nasce dall’energia e dalla storia di un territorio − quello emiliano − la cui vita civile e democratica esso stesso ha a sua volta, con le sue numerosissime iniziative, contribuito ad arricchire, facendo proprio il celebre motto del sindaco del quale, dal 1975, porta il nome: «Fare presto e bene».