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Presentazione del libro Rivoluzione Socialista di Enrico Rossi da parte dell’associazione Valore Lavoro

Mercoledì l’associazione valore lavoro si è incontrata con Enrico Rossi e Vincenzo Colla per presentare il libro scritto dallo stesso presidente della Toscana intitolato: Rivoluzione Socialista.

Questo ci ha dato l’occasione di riprendere le fila di discorsi da troppo tempo fuori dalla ribalta dei media: il lavoro, i valori, lo sviluppo economico ed i suoi riflessi tecnici e sociali.

Prima di parlare dell’intervento ci vorremmo soffermare un attimo sulle qualità umane di Rossi. Abituati da troppo tempo a persone vittime di strane sindromi egotiche, la sorpresa di trovarci di fronte una persona semplice, umile e con qualità di ascolto per certi tratti sorprendenti per un uomo che comunque si trova al vertice di un’istituzione politica da così tanto tempo, è stata veramente piacevole.

Una buona premessa per chiunque voglia autenticamente cambiare la società nelle sue radici e non semplicemente nelle sue forme esteriori e, se conosciuto, un esempio per quelle persone che, pur avendo ruoli del tutto marginali, fanno sfoggio di potere immaginato ma di tracotanza reale.

La discussione si è incentrata soprattutto su alcuni concetti chiave:

L’identità, la coesione sociale, l’innovazione, il futuro, i rapporti con i corpi intermedi e la politica economica contingente.

Sull’identità Rossi ritiene che la parola socialismo sia un buon primo passo da cui partire. Lui pensa infatti che vi siano ampi spazi, soprattutto tra i giovani sui quali non grava il peso della storia, per far si che questa parola diventi il minimo comune denominatore di speranze e sogni un po’ troppo spesso dimenticati.

L’innovazione è un concetto al quale Rossi è molto legato.

La sorpresa, per noi, è stata l’animo liberale con la quale egli la guarda e, se vogliamo, l’aspetto neutrale con la quale l’affronta. Riallacciandosi ad un bellissimo (e molto realistico) excursus di Vincenzo colla sull’industria 4.0 nel quale il segretario della C.G.I.L. Emilia Romagna aveva caldeggiato la classe politico/imprenditoriale a puntare fortemente e senza remore sugli investimenti necessari per farci diventare leader in quei settori dove la 4.0 la fa da padrona e non pensare alla Silicon Valley che nel breve periodo è solo una chimera, il presidente Rossi ha affermato che il futuro è solo nell’innovazione ma un politico deve anche pensare e farsi carico delle conseguenze che questa innovazione comporta soprattutto dal punto di vista occupazionale.

Questo, quindi, dovrà portare ad un ripensamento dei lavori, degli orari ed anche dei rapporti tra forze sociali.

Sui corpi intermedi l’idea di Rossi è chiara: il dialogo è indispensabile. Lungi dall’idea che essi siano omnicomprensivi della realtà, anzi ne ha ben chiari i limiti, soprattutto i sindacati per Rossi rappresentano un indispensabile intermediario per la costruzione di relazioni industriali che possano portare ad una crescita armonica delle imprese.

I commenti sulla politica contingente ed il futuro di Rossi sono stati molto utili per delineare la politica economica che il candidato alla segreteria del partito democratico ha in mente.

Il Jobs act per Rossi non rappresenta assolutamente il male assoluto ma semplicemente un investimento mal riuscito di questo governo. Il governatore avrebbe preferito infatti concentrare su investimenti sul rifacimento di del territorio nelle zone ad alto rischio sismico, su assunzioni pubbliche per lo svecchiamento della burocrazia ministeriale e più in generale su investimenti a medio lungo termine piuttosto che su spesa corrente.

Questo appare, paradossalmente ma non troppo, coerente con quanto già descritto nel libro di Gutgeld, ma purtroppo mai realizzato nella parte più politica.

Riassumendo Rossi propone una svolta socialdemocratica condita da molto buon senso che appare praticabile, intelligente e difficile ma che guarda al futuro dei giovani, delle persone che non ce la fanno ma che dialoga intensamente con i settori più dinamici della società perché solo da loro può venire la ricchezza che permetterà agli ultimi di recuperare il terreno.

Una strada bella, percorribile, non per forza vincente, ma che vale la pena di tentare di percorrere.

enrico_rossi_rivoluzione_socialista

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