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Alcuni concetti e una sintesi della prima giornata
Di Rossella Lama, Bologna
Venerdì 29 marzo si è aperto a Firenze il primo Festival nazionale dell’Economia Civile che proseguirà nelle giornate del 30 e 31 marzo 2019. Il festival intendepromuovere il pensiero e le pratiche di una nuova economia che mette al centro persone ed ambiente. Coinvolge su questo obiettivo persone, banche, imprese, cittadini e associazioni. Queste giornate si focalizzano su una economia pensata e progettata per coniugare profitto e impatto sociale, creazione di valore sostenibile, e comunità che trasformano la realtà attraverso l’innovazione, lo sviluppo sostenibile, la conoscenza e lo scambio di buone pratiche in Italia, in Europa e nel mondo. Per Luigino Bruni – uno dei promotori del Festival – l’economia civile è una corrente del pensiero economico fondata in Italia da Antonio Genovesi nella seconda metà del ‘700 che trae le sue origini dalla nascita della civiltà cittadina e dal pensiero francescano del tardo Medioevo; continua e si sviluppa, prima metà del Quattrocento, nella Toscana dell’Umanesimo. Dopo quasi tre secoli di eclisse, riemerge e si afferma durante l’illuminismo italiano. Scompare nuovamente per 150 anni ed oggi si misura con le condizioni dell’attuale contesto.
Sul sito del FestivalEconomia Civile 2019sono disponibili programma, manifesto e diretta streaming – https://www.festivalnazionaleeconomiacivile.it
Nella prima giornata, un video apre i lavori e propone le parole chiave dell’economia civile: bellezza, fiducia, legami, prossimo, giovani, accoglienza, povertà.
Dopo i saluti di Dario Nardella, sindaco di Firenze, interviene Augusto Dell’Erba, Presidente di Federcasse, la banca di credito cooperativo con oltre 130 anni di vita, che ha generato l’idea di realizzare il festival. Un luogo per fare sintesi su idee e concetti che vedono l’economia civile come modello economico fondato sull’umanesimo, dove il credito cooperativo ha sostenuto i cittadini organizzatiper contrastare la povertà e l’usura. Il credito sostiene quindi una economia nata dall’auto aiuto.La crisi ci spinge a ripensare l’economia non in attesa dell’intervento di altri o dello stato, ma fondata da cittadini che si aiutano e si organizzano – oggi come allora – spesso senza capitali.
Dare valore concettuale e scientificoa queste esperienze di auto aiuto, di auto organizzazione, del fare insieme per la civiltà delle nostre città è il compito di queste giornate. Ogni esperienza cooperativa ha in sé il germe dell’economia civile, un’economia che nasce non in contrapposizione allo stato, non come alternativa, ma per affermare l’ iniziativa autonoma di contrasto alla povertà, fondata su quattro mani: stato, mercato, imprese, cittadini.
Generatività e responsabilità civile di territorio.
La giornata prosegue con un dialogo tra Leonardo Becchetti – Direttore del Festival Nazionale dell’Economia Civile e Cofondatore di NeXt, Nuova Economia per Tutti – e Stefano Zamagni – Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
Per il Prof.Zamagnieconomia civile è – nella tradizione italiana – un filone di pensiero fondato su visioni forti:
– una concezione antropologica positiva dell’essere umano, che fonda le relazioni sociali non sul “proteggersi e diffidare” (“Homo homini lupus” per il filosofo Thomas Hobbes), ma sulla cooperazione (“Homo hominis natura amicus”, per citare Antonio Genovesi).
Cooperare è difficile, quindi bisogna creare le condizioni per farlo.
– bene comune e non bene totale(espresso in pil). Il bene totale non è da scartare ma va equilibrato con il bene di tutti, altrimenti si ottiene crescitama non “s – viluppo”che garantisce libertà, sialibertà dacondizionamenti che libertà direalizzarsi.
Questa visione genera economia che tiene contemporaneamente conto del profitto e dell’impatto.
– biodiversità, intesa come poliarchia, pluralismo delle forme di governo, di impresa e di organizzazione sociale. Oggi la concentrazione non riguarda solo il potere economico. Zamagni cita l’esempio GAFAM, acronimo dei cinque titoli tecnologici Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft: chi ha potere economico esercita anchepotere culturale e politico. Per questo la concentrazione in economia condiziona democrazia e libertà. E’ necessario quindirivitalizzare il concetto di bene comune e la diversità nelle organizzazioni sociali, passaggio non facile in una globalizzazione che ha ampiamente omologato pensiero, organizzazioni sociali e stili di vita .
Ma perché si associa economia civile a felicità? Z. distingue tra eutichia, che indica la fonte della felicità nella fortuna e nella buona sorte, e eudemonia, cioè una concezione di felicità legata alla pratica delle virtù e non fondata su un dato di nascita. Felicità implica la presenza dell’altro, quindi il coinvolgimento. Distingue poi il concetto di felicità da quello di utilità: l’utilità appartiene all’ordine dei mezzi, non dei fini. “Se vuoi essere felice massimizza l’utilità”: questa, afferma, è la principale responsabilità degli economisti, il punto sul quale compiere autocritica perché è il concetto che è stato trasmesso a studenti, persone, sistemi economici e non solo, in questi lunghi anni, facendo perdere il nesso tra economia ed etica.
L’economia civile chiede di essere generativi, non solo creativi: non tutti coloro che creano poi fondano, realizzano la messa in atto delle idee, la pratica delle virtù.
L’era della digitalizzazione nella quale viviamo genera sovrappiù di risorse e di lavoro umano. Ogni rivoluzione ha affrontato questo tema: quale destinazione per il sovrappiù? Nella prima rivoluzione, il sovrappiù passa dall’agricoltura (settore primario) all’industria (settore secondario) facilitando la trasformazione economica, mentre nella seconda rivoluzione industriale passa dal secondario al terziario (servizi). Quindi, le trasformazioni del passato, avevano una prospettiva certa e il sovrappiù aveva valore: con un po’ di training la persona poteva ri-occuparsi passando da un settore a un altro. Ma nell’attuale rivoluzione basata su nuove tecnologie, sul machine learning e intelligenza artificiale, quale sarà la destinazione sovrappiù ? Non esiste un settore quaternario.
Due le ipotesi per la destinazione del sovrappiù che oggi si crea:
– proporre a grandi masse di persone il modello di iper consumismo (ma senza rispetto per la sostenibilità)
– utilizzare il sovrappiù per incidere sulla prosperità che però deve essere inclusiva, per cambiare gli stili di vita e per migliorare la qualità del lavoro. Questo è il campo sul quale si misura l’economia civile. Si tratta di riscoprire il senso della vita e dell’agire. La giustizia deve procedere con la fraternità, con la reciprocità, perché la giustizia senza fraternità è solo giustizialismo.
Il Prof. Leonardo Becchetti, direttore del festival e fondatore di Next afferma: “Abbiamo una grande missione culturale”: oggi non basta avere idee e contenuti, bisogna saper comunicare.
C’è bisogno di uno spirito nuovo che trasformi vincoli in opportunità. Ad esempio: abbiamo soldi, ma li perdiamo, non li usiamo, come avviene nel gioco d’azzardo, nell’evasione fiscale, nel non utilizzare parte dei fondi dell’Unione europea. Nelle reti e nei social, capita lo stesso e invece dobbiamo agire per umanizzare questo spazio e tradurre le nuove idee di persona, di economia, di valore e di contenuti politici. Non abbiamo alternative. Becchetti continua proponendo al pubblico due riflessioni:
– una economia che usa l’intelligenza, il cervello (ad esempio nella ricerca scientifica) ma anche il cuore e le emozioni
– la crescita è necessaria, ma l’economia deve fare propria una visione diversa di persona, di impresa, di valore. Alla domanda: ma voi siete per la crescita o per la decrescita? risponde che la crescita è una condizione necessaria, le persone massimizzano utilità ma sono anche alla ricerca di senso. La ricerca di senso è difficile e gli economisti non capiscono che le persone hanno bisogno di mettere ordine tra i diversi significati, quindi fanno delle cose per guadagnare e perché vogliono dare un significato alla loro vita. E’ molto importante aiutare a costruire questo significato: cos’ è il benessere, il ben vivere, cosa è il valore e come costruire una nuova visione. L’economia civile si fonda su questa nuova generativitàche riguarda contemporaneamente persona e di impresa, significa pensare nella logica: “uno più uno uguale a tre”, al posto di “uno contro uno, uguale a meno due”- Ulteriore passaggio: la soddisfazione di vita delle persone dipende dai diritti, dal reddito, dalla salute, dall’istruzione, dalla qualità delle condizioni locali di vita, ma anche dalla gratuitàe dalla qualità della vita di relazioni. Oggi prevale il grande potere economico e la sua concentrazione ma, a fronte di questo, c’è un altro grande potere: siamo noi. Il mondo gira attorno alle nostre scelte di consumo, ma noi siamo scarsamente informati e non coordinati. Potremmo contare se noi tutti decidessimo di votare col portafoglio, cioè premiare, con le nostre scelte, le aziende all’ avanguardia nella dignità del lavoro, nella tutela dell’ ambiente.
L’ economia civile si fonda sulle quattro mani: stato, mercato, imprese, cittadini. Non possiamo risolvere i temi di una società così complessa se pensiamo di affidarli a un leader. Il sistema della comunicazione cerca leader e li distrugge, li brucia sempre più velocemente. Economia civile è lavorare fuori insieme.
Nel terzo panel denominato “Rethinking economics”, Leonardo Becchetti ha intervistato Jeffrey Sachs. Il tema trattato è quello di un mondo che si salva con uno sviluppo sostenibile, per questo l’attuale modello economico è da ripensare. Contrastare le guerre, diminuire le cause dei conflitti e prevenire i disastri sociali e ambientali sono i punti di partenza. Jeffrey Sachs, Direttore di “The Earth Institute”, Columbia University ha ricordato come l’Italia, al centro del Mediterraneo, potrà ricoprire un ruolo molto importante nel gestire cambiamenti climatici e ambientali sempre più veloci. Mentre gli Stati Uniti, pur sottoposti a importanti cambiamenti ambientali, subiscono ora la corruzione della politica che accetta di rappresentare prevalentemente gli interessi delle compagnie petrolifere. E’ un’ esperienza terribile, ha affermato, criticando aspramente e apertamente il Presidente Trump anche per la creazione di un clima da guerra fredda mentre dagli Usa il mondo si aspetta un modello cooperativo di relazioni internazionali.Il potere economico, per quanto riguarda l’energiagenerata dal petrolio, è concentrato in pochi luoghi al mondo: Usa, Cina, Russia, India, Australia, Canada e Arabia Saudita. “Per questo abbiamo bisogno dell’Italia, per costruire l’alternativa per la produzione di energie pulite”. J. Sachs annuncia che la prossima settimana sarà ospite della Fondazione Enrico Mattei e di Eni (proprio una compagnia petrolifera) per parlare con ingegneri di tutto il mondo della produzione di energia pulita. Studieranno questo tema nei dettagli. Anche le case produttrici di mezzi di trasporto privati o pubblici dovranno affrontare una transizione energetica con maggiore determinazione.
(NdR: Il panel prevedeva la presenza di Luigino Bruni (Professore di Economia, Università Lumsa di Roma e Cofondatore della SEC – Scuola Economia Civile) ma per un improvviso contrattempo il Prof. Bruni è stato sostituito dal Prof. Becchetti.)
Gli altri panel della prima giornata.
“Non solo PIL. Persone, felicità e futuro”.
“Il lavoro nell’impresa 4.0.”
“La “ragione sociale” dell’impresa. Aziende, associazioni di categoria, territori”
“New Economy Pitch. Storie e volti di imprenditori”
Sito Treccani – http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-genovesi_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Economia%29/ – A cura del Prof. Luigino Bruni. Dello stesso autore, “Oikonomia. Meditazioni sul capitalismo e il sacro”, Radio tre, Uomini e Profeti, puntate del 3,10, 17 e 24 marzo 2019 su https://www.raiplayradio.it/audio/2019/02/quotOikonomia–Meditazioni-sul-capitalismo-e-il-sacroquot194160-con194160Luigino-Bruni194160-1053e5d7-62d3-4484-8e65-531d95f44eb2.html
Bologna 30 marzo 2019