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di DOMENICO SEGNA
(in collaborazione con www.inchiestaonline.it )
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Con il numero 354 la rivista de I Martedì del Centro San Domenico di Bologna ha voluto dedicare il proprio dossier all’Uomo e ai suoi diritti. Idealmente ci si è richiamati al Mahatma Gandhi per il quale ogni uomo, per quanto paria sia, conserva sempre il senso della propria dignità ed essa va in ogni caso riconosciuta, rispettata, tutelata. Come siamo giunti a questa conclusione, quale fu il percorso storico che ha permesso al XX secolo di fare le più solenni proclamazioni in ordine ai diritti umani nonostante le immani tragedie che lo hanno caratterizzato? A questo interrogativo risponde Carlo Galli nell’articolo di apertura del citato dossier che evidenzia che è solo con la Riforma Protestante, segnatamente quella di matrice calvinista, che si sono gettate le basi per i diritti dell’uomo, un’origine religiosa che si manifestò in tutta la sua potenza durante la Rivoluzione dei Puritani nell’Inghilterra del XVII secolo e che ebbe modo di incidere profondamente nei secoli successivi. D’altra parte la stessa Chiesa cattolica, ci ricorda Daniele Menozzi, ha ormai intrapreso con Concilio Vaticano II una strada irreversibile circa la difesa dei diritti. Non a caso se le idee espresse in proposito dal filosofo cattolico Jacques Maritain non furono accolte dal magistero papale di Pio XII esse, invece, furono fatte proprie dalla Chiesa ad iniziare da Giovanni XXIII. Il magistrato Maurizio Millo, dal canto suo, con il proprio intervento induce il lettore a riflettere sul significato dell’abitare comune. Una convivenza in ambito europeo testimoniata dalla Presidenza di Davide Sassoli a cui Carla Francesca Catanese ha dedicato un doveroso omaggio. Il domenicano Francesco Compagnoni o.p. e il filosofo laico Stefano Bonaga sono intervenuti, duellando a distanza, sull’aspetto filosofico sotteso alla problematica dei diritti con due prospettive diverse: l’una afferma che la filosofia del diritto non può non confrontarsi con il pensiero di San Tommaso d’Aquino, sostenitore della legge naturale, che formula le inclinazioni naturali dell’uomo; l’altra, quella di Bonaga, viceversa, riflette sull’origine conflittuale degli stessi diritti umani, manifestando una vis polemica nei confronti della nozione stessa di Diritto naturale vista come intrinsecamente contraddittoria,. Antonella Miriello si sofferma sulla capitale differenza tra diritti umani e quelli umanitari, mentre Valentina Di Gregori analizza i diritti dei malati. Da ultimo chiude il dossier Vittorio Capecchi e Amina Crisma che mettono in guardia il lettore circa il futuro degli stessi diritti soffermandosi sui pericoli che incombono su di loro. I due autori sono, infatti, convinti che il presente e il futuro prossimo dei diritti umani sono necessariamente affidati a nuove forme di partecipazione. Al riguardo, gli esempi non mancano: una fra tutte l’associazione “Laudato sì”, costituitasi nel 2020, formata da credenti e non credenti, che trae ispirazione dall’enciclica di papa Francesco di cui non solo riprende il nome, ma ne adotta anche il motto “Niente di questo mondo ci risulta indifferente”. Diritti umani, ovvero il nostro dovere di difenderli come, a suo tempo, insegnò in modo indimenticabile un filosofo catturato dal mondo evangelico come fu Pier Cesare Bori che si spese sino all’ultimo per inseguire l’utopia concreta di un umanesimo in grado di coniugare libertà e solidarietà, vale a dire come scrivono gli stessi Vittorio Capecchi e Amina Crisma a conclusione del loro intervento «il versante sociale dei diritti umani con quello dell’irrinunciabile difesa del singolo – e della singola – da ogni sopraffazione».