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Debito Pubblico Italiano

Il debito pubblico si chiama :” servizio del debito pubblico” per cui  non ha un’accezione negativa.
Il debito pubblico dell’Italia ha raggiunto la cifra di 3000 miliardi di euro pari a circa il 140% del
Prodotto Interno Lordo.
Benché non sia un paragone corretto, anche per le famiglie il debito non ha una connotazione
negativa a patto che sia fatto per investimento.
Ad esempio il classico investimento di una famiglia è l’acquisto di una abitazione o la sua
ristrutturazione, cioè si fa debito per qualcosa che aumenta il patrimonio familiare.
Fare debito in una famiglia per finanziare le vacanze ,ad esempio, non è da considerare positivo.
Anche in un’ impresa il debito è ragionevole se  fatto  prevalentemente per finanziare investimenti
o formazione, meno se deve andare a finanziare il circolante.
Anche nello Stato vige il principio che le spese correnti  dovrebbero essere  finanziate  con le tasse
e le spese per investimenti possono essere finanziate con il debito. Questo perché migliorando le
infrastrutture  e la digitalizzazione si  migliora la capacità del PIL di crescere, in poche parole
migliora la produttività  totale dei fattori ( cioè  migliora quella produttività che non è né lavoro
ne capitale.)
La situazione dell’Italia è però difficile, ha  una quantità di debito così elevata per cui il servizio,
cioè gli interessi che lo Stato deve pagare ogni anno per servirlo , sono pari a circa 88 miliardi di
euro all’anno pari a circa il 4% del PIL. Ovviamente l’Italia non ha utilizzato il debito solo per
investimenti, altrimenti dovremmo avere le migliori e più grandi infrastrutture in Europa e non è
così. È una somma che può  tendere a ridursi in percentuale sul Pil solo se cresce il denominatore,
cioè, se cresce il Pil medesimo.
Per questo motivo il governatore della Banca d’Italia ha messo così tanto l’accento sulla crescita
del paese. In Europa le maggiori risorse del PNRR sono state date all’Italia per crescere, proprio
perché questo è l’unico modo per rendere il debito italiano sostenibile. La scadenza del PNRR  è il
2026 non è molto lontano e le procedure relative ai progetti e alla loro esecuzione, benché rigide,
servono appunto per fare in modo che quei finanziamenti questa volta non vadano sprecati ma
servano davvero per la crescita.

Coriolano Pallacci

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