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Fiat Pomigliano, fumata nera sui 19 esuberi: nessun accordo

Tutto come previsto (e anticipato). Mezz’ ora di riunione ieri, all’ Ufficio regionale del lavoro, per sancire una rottura tanto annunciata quanto forse propedeutica ad una svolta nel rapporto tra Fiat e lavoratori

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(e ovviamente, sindacati) per lo stabilimento di Pomigliano. “Mai un verbale di non accordo è così importante per la salvaguardia dei lavoratori”; commenta non a caso Giovanni Sgambati, segretario regionale della Uilm. E in effetti dopo il no del cosiddetto “fronte del sì” (Fim, Uilm, Fismic e Ugl) all’ avvio delle procedure di mobilità per 19 dipendenti dell’ impianto, è possibile ipotizzare un nuovo scenario per Fabbrica Italia Pomigliano. L’ azienda da oggi avrà la possibilità di mettere in pratica il suo progetto originario, ovvero il taglio traumatico di 19 unità (molti indizi lasciano supporre che si tratti dei 19 Fiom assunti dopo la sentenza del tribunale di Roma): ma troverebbe l’ opposizione di un fronte compatto, quello degli stessi sindacati che finora hanno accompagnato e condiviso la “rivoluzione” contrattuale e organizzativa della fabbrica. Fim, Fiom, Fismic e Ugl chiedono il rispetto dei patti, il totale riassorbimento cioè della manodopera della “vecchia Fiat”, pur consapevoli che la crisi di mercato renderà molto difficile il recupero al lavoro dei 1400 operai ancora in cig nei tempi previsti, l’ estate 2013. E allora? E allora diventa indispensabile lavorare ad altre soluzioni. “Alternative” si legge nel verbale firmato ieri a Napoli: un passaggio non di routine perché, in qualche modo, impegna anche la Fiat a esplorare scenari che non necessariamente portino ai licenziamenti (di mobilità per i 19 Fiom è impossibile parlare dal momento che, essendo in fabbrica da pochi giorni, non hanno maturato il diritto agli ammortizzatori sociali). Un’ ipotesi di salvaguardia generale dell’ occupazione a Pomigliano arriva dal segretario nazionale della Fiom, Ferdinando Uliano: è la proposta alla Fiat di “prevedere anche possibili soluzioni che superino l’ attuale assetto societario, eliminando il dualismo e costruendo, così, nuovi presupposti per rispettare l’ impegno del ricollocamento di tutti i lavoratori previsto dall’ accordo del 6 luglio 2011”. Se questa sarà la base del nuovo, inevitabile confronto tra Fiat e “fronte del sì” lo si saprà a breve. Di sicuro la Fiom non farà sconti e seguirà con particolare attenzione l’ udienza di oggi al tribunale di Roma chiamato a occuparsi del suo ricorso contro le procedure di mobilità avviate a Pomigliano. Ma a prescindere dalla sentenza (che potrebbe anche non arrivare oggi), la Fiat non pensa di decidere subito sulla sorte dei 19 “in esubero”. La procedura di mobilità va espletata (o ritirata) entro 120 giorni, e le elezioni politiche del 24-25 febbraio pesa più di ogni ipotesi di frenata.

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