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Ci sono altre 64 croci nella ?spoon River? provocata dall’ amianto a Broni. Davanti al giudice di Voghera, dove ? cominciato il processo a carico di dieci ex manager della Fibronit, la fabbrica accusata di aver provocato una delle pi? gravi stragi del lavoro in Italia, marted? prossimo verranno riuniti i due tronconi dell’ inchiesta. E le carte di questo secondo capitolo giudiziario dicono che le morti contestate ai capi della Fibronit sono altre 64, che vanno ad aggiungersi alle 374 di cui si parla nel primo processo. In totale, dunque, fanno 438 vittime uccise dal mesotelioma o da altre gravi patologie connesse con la lavorazione dell’ amianto. In questa seconda tranche si parla di decessi registrati a Broni o nei paesi limitrofi negli ultimi anni di attivit? della fabbrica: stessi gli imputati ma diverso il reato contestato. Mentre nel primo capitolo la procura ha formulato l’ accusa di disastro doloso (i vertici della Fibronit, vale a dire, erano consapevoli dei rischi connessi alla lavorazione dell’ amianto, ma non intervennero), per gli ultimi 64 casi viene ravvisato l’ omicidio colposo. Significherebbe che negli ultimi anni, nonostante una serie di precauzioni assunte a Broni, le persone avrebbero continuato ad ammalarsi e morire. Quest’ ultimo ? l’ allarme che da tempo vanno lanciando le associazioni dei parenti delle vittime: nella zona dell’ Oltrep? pavese si registrano due nuovi casi al mese di mesotelioma (concentrati per giunta a Broni e dintorni) questo perch? i tumori provocati dall’ amianto hanno un periodo di latenza molto lungo e dunque le fibre-killer provocano vittime anche a distanza di parecchi anni. Nelle prossime udienze del processo di Voghera verr? stabilito se le parti civili potranno costituirsi anche contro lo Stato, la regione e l’ Asl, che secondo alcuni legali di parte civile non intervennero a loro volta sull’ azienda pur sapendo quali disastri si andavano compiendo. Ma i familiari delle vittime, come ? emerso nel corso della prima udienza, sembrano in questo momento l’ anello debole della vicenda: solo uno su quattro degli aventi diritto si ? fatto avanti al processo per avere giustizia, quasi che fosse subentrata una diffusa rassegnazione dopo tanti anni di attesa. A Broni, infine, proseguono le operazioni di bonifica della fabbrica; la prima fase prevede la messa in sicurezza dell’ edificio: le imprese incaricate stanno stendendo una vernice sulle pareti contaminate per evitare che le fibre di amianto continuino a disperdersi nell’ atmosfera.
fonte: www.lavoro.gov.it
a cura di T.C. e S.M.