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Lunedì 3 giugno è stata una grande giornata per la nostra Democrazia e per la tanto tartassata e derisa penisola del lavoro e dobbiamo tutti ringraziare la testardaggine di Guariniello, dei suoi collaboratori e soprattutto dei familiari delle migliaia di morti che non si sono mai arresi, nemmeno davanti all’evidenza dei soldi offerti per comprare il loro silenzio.
La sentenza di appello del processo Eternit è la dimostrazione che la sicurezza sul lavoro non è un lusso, un costo da tagliare, bensì un valore su cui investire come comunità.
Ora impegniamoci tutti e tutti i giorni perché salute e sicurezza sul lavoro siano un diritto garantito, non barattabile e non monetizzabile; non aspettiamo il prossimo processo o la prossima strage per ricordarci che viviamo in una “Repubblica democratica fondata sul lavoro”; dopo questa storica sentenza governo, partiti che lo sostengono e parti sociali hanno l’obbligo morale di rimettere al centro della discussione sulla priorità lavoro anche il tema della salute e sicurezza perché in una “Repubblica fondata sul lavoro” oltre che a garantire la sicurezza del posto, il primo obiettivo di una comunità che si definisce civile è “garantire la sicurezza SUL POSTO di lavoro”.
Oggi per quasi un milione di persone vittime di infortuni ogni anno non è così e per 1000 di questi resta solo il lutto, il dolore ed il ricordo dei loro familiari, come a Casale Monferrato, Rubbiera, Monfalcone, Bagnoli.
Claudio Gandolfi