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Tra tax review e spending review. Altri suggerimenti(miliardari) su come trovare i soldi per il sociale

Ma perché il gioco d’azzardo e l’alcol si mentre la prostituzione e la droghe leggere no? Altri miliardi facili. Uno stato maturo dovrebbe proteggere le persone da tutte le cose che, arrecando danni individuali a molti suoi cittadini, provocano danni collettivi o economici tali da mettere a rischio la coesione sociale del paese. Ma le droghe leggere e la prostituzione fanno questa cosa? Ma soprattutto quali sono i vantaggi e gli svantaggi di mantenerli illegali? A prima vista sembrerebbe che tutte le valutazioni fatte dai principali organi di informazione e dai rappresentanti politici siano di ordine morale. Fanno male o non sono eticamente accettabili. La prima obiezione vale soprattutto per le droghe mentre la seconda soprattutto per la prostituzione. Ora la droga fa certamente male. Chiunque affermi il contrario o è in malafede oppure deve appena averne utilizzata un po’ prima di averlo detto o scritto. Ma è peggiore il tenerla legale o illegale? Questo è il punto sul quale si dovrebbe ragionare serenamente cercando di ricordarci che quella leggera, per le sue conseguenze sulla mente e la vita sociale delle persone coinvolta, non è una piaga paragonabile all’eroina o agli oppiacei in generale e che quindi permette un certo grado di sperimentazione. Per il sottoscritto i vantaggi di farla diventare legale sovrastano enormemente quelli di una permanenza dei derivati della cannabis nell’illegalità per molte ragioni: ragioni fiscali in tempo di crisi porteremmo al di fuori del perimetro dell’illegalità molta parte degli introiti derivanti dalle vendite di “spinelli”. ragioni statistiche, finalmente sapremmo con esattezza quanta se ne consuma. ragioni sanitarie, potremmo evitare l’eccesso di thg(principio attivo) che molti studi sulle sostanze hanno portato alla luce. ragioni di opportunità, non riusciremo mai a sconfiggere il vizio almeno regoliamolo. Sulla prostituzione non si possono fare le stesse considerazioni essendo la distinzione puramente ideologica. Chi come me la considera una professione come un’altra e considera paria i clienti e non le prostitute certamente non può parlare razionalmente con persone che hanno sempre la bacchetta in mano ed amano dare giudizi su tutti, salvo poi magari perseguire strade diverse nella vita privata. L’unico pericolo che vedo è lo sfruttamento(ignobile arte dello schiavismo formato anni tremila). Per cercare di combatterlo il sistema più adatto, a mio avviso, è quello di accettare come forma professionale solo i liberi professionisti o la cooperativa tra “addette del mercato del sesso” rendendo obbligatoria l’iscrizione ad una centrale cooperativa che dovrebbe controllare l’effettiva non etero direzione della coop stessa. Se ben regolate queste due innovazioni(magari facendo una sperimentazione anche sulla cocaina) darebbero un colpo durissimo alla criminalità organizzata, aumenterebbero fortemente il gettito statale e dimostrerebbero agli italiani che lo stato non è un padre padrone ma semplicemente l’unione degli interessi collettivi che per venire meglio tutelati si è dato una forma giuridica.

Andrea Sintini

segretario di Valore Lavoro

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