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Sulla Fame non si specula

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Di Sabina Porcelluzzi

Segreteria Fisac Cgil di Bologna

Il Forum per la Finanza Sostenibile, nell’ambito della settimana SRI (Sustainable and Responsible Investment), ha fatto tappa nella città nota in tutto il mondo per il cibo con un evento davvero unico rispetto agli altri workshop.

Unico il tema, i relatori, il contesto.

Il 6 novembre presso il CUBO Centro Unipol Bologna, in collaborazione con il Coordinamento della campagna Sulla Fame non si specula,  si é tenuto il convegno

 ” Investire responsabilmente in commodity: si puó?”

 I lavori sono stati introdotti da Giorgio Bernardelli che ci ha svelato i motivi che hanno portato tantissime persone ad aderire alla campagna contro la speculazione sul cibo.

Nel maledetto 2008 quasi contemporaneamente all’esplosione del crac finanziario, fu convocato un vertice straordinario della FAO per l’esplosione della crisi alimentare.

La speculazione sul cibo aveva raggiunto dei livelli tali da pensare alla creazione di riserve speciali di cibo perché il numero di affamati nel mondo aveva superato il miliardo di persone.

In quelle settimane i record registrati negli scambi dei contratti future sulle materie prime,  hanno indotto molti addetti ai lavori a riflettere sulle dinamiche della speculazione che tende ancora ad aumentare e a trasformare tragedie come carestie o alluvioni in occasioni di guadagno.

Sono nati così una serie di movimenti, tra cui ” sulla fame non si specula” , che attraverso la pressione sui Governi sollecitano una regolamentazione dei mercati finanziari e chiedono la salvaguardia delle commodities legate al cibo dalle mire speculative.

Nell’ottica di combattere la speculazione, il prossimo passo sarà sostenere l’emendamento della Direttiva europea sugli strumenti finanziari (il cosiddetto pacchetto MiFID) e la Direttiva sugli abusi del mercato finanziario (il MAD).

Queste iniziative della Commissione europea, potrebbero dare l’opportunità di riformare il mercato dei derivati e mettere dei limiti di posizione agli investitori, nell’ottica di prevenire l’eccessiva speculazione sulle materie prime.

Bisogna fare in modo che mercati tornino a funzionare in modo sano secondo gli interessi dei produttori e dei consumatori, non dei fondi speculativi e delle banche.

Elisa Bacciotti di Oxfam Italia, ci ha illustrato le normative in atto nelle altre nazioni europee, dettate da un unico principio: limitare l’utilizzo degli strumenti derivati sui mercati delle commodities.

Il rapporto che Oxfam ha elaborato quest’anno evidenzia fortemente come la finanziarizzazione ha colpito in modo spettacolare i mercati agricoli alimentari.

Gli speculatori finanziari occupano ormai il 65% di questo mercato, mentre i commercianti e i produttori solo il 35%.

OXFAM ha promosso una campagna contro Land grabbing che causa notevoli problemi sul cibo.

Si parla di land grabbing (accaparramento delle terre) quando una larga porzione di terra considerata “inutilizzata” è venduta a terzi, aziende o governi di altri paesi senza il consenso delle comunità che ci abitano o che la utilizzano per coltivare e produrre il loro cibo. Quei terreni spesso vengono scippati e destinati alla produzione di agrocombustibili che consumano materie prime che potrebbero essere utilizzate per sfamare.

A seguito della crisi del 2008 si é assistito ad uno spostamento di capitali verso il mercato delle commodities.

Per arginare questo fenomeno in Francia OXFAM ha esercitato una forte pressione sul presidente Holland per la riduzione e l’eliminazione di tale fenomeno e per la separazione tra banche commerciali e banche d’affari.

La proposta é stata raccolta da BNP PARIPAS, SOCIETÉ GENERALE e CREDIT AGRICOLE che si sono impegnate ad agire con piú TRASPARENZA e Più ACCOUNTABILITY.

Per generare benessere e sviluppo nelle comunità ancora oggi affamate, il cambiamento non può essere imputato solo agli attori privati ma é necessario che i Governi e le Banche, considerate affidabili sotto questo profilo, agiscano per un cambiamento sistemico.

Marco Zuppiroli, professore dell’Università degli studi di Parma, rispetto al “gamblimg on hunger” ha esordito dichiarando che é molto difficile separare la speculazione buona da quella cattiva.

Per analizzare meglio il fenomeno ha tracciato la storia dei contratti future che sin dall’Ottocento regolamentavano nel mid West il mercato dei cereali.

Con il passare del tempo l’aumento delle transazioni sui mercati OTC ha generato una perdita di controllo nella dinamica della domanda e dell’offerta.

La speculazione si é insinuata in queste dinamiche non determinandole ma  esasperandole perché nel periodo delle tempeste finanziarie, il ricorso al mercato dei future é sempre più consueto.

L’instabilità dei prezzi alimentari é caratterizzata però da una serie di variabili più ampie che prescindono dai future: le politiche ambientali, gli incentivi per alcune coltivazioni, le diversificazioni del segmento agricolo…

Questo ragionamento ci propone una riflessione non solo sulle regole finanziarie ma anche sui modelli e sugli stili alimentari nei paesi emergenti e in quelli sviluppati.

Non si può più sostenere il modello di alimentazione di prodotti della zootecnica perché questo presuppone un enorme utilizzo di cereali che disperdiamo alimentando l’animale.

Alla stessa stregua non sono più tollerabili le colture destinate ai biocarburanti di prima generazione perché oltre a consumare la terra, la espropriano dalle colture destinate all’alimentazione. Oggi é improrogabile l’utilizzo di risorse finanziarie per incentivare i bio carburanti che derivano dai rifiuti e  per riportare la terra ad essere l’elemento prezioso per la nutrizione dell’umanità.

Dopo la lezione sui future enunciata dal professore, si é aperta la tavola rotonda con l’intervento di Ennio Arlandi, una grande mente matematica prestata alla finanza.

Arlandi interviene in qualità di responsabile del comparto delle commodities della Borsa Italiana evidenziando come una delle principali cause della speculazione nasce da una scarsa cultura economica generalizzata.

Spesso nel colpevolizzare i derivati non ci si rende conto che trattandosi di contratti future, potrebbero essere invece utili all’economia agricola per generare coperture sui rischi dei raccolti.

La degenerazione del sistema impone oggi più che mai dei correttivi che passano dal rafforzamento dell’autoritá della CONSOB alle nuove disposizioni della MIFID2, dal limite delle posizioni per operatore alla regolamentazione e trasparenza del mercato OCT.

Il dibattito si é svolto in una struttura circondata da vetri attraverso i quali potevamo sbirciare il cielo o il giardino ma al tempo stesso trasferire ai passanti e nel mio immaginario alla città, il valore dei temi affrontati. Non ci poteva essere posto migliore per parlare di trasparenza.

Laura Frascaroli è colei che ha fatto gli onori di casa.

Gestore del fondo pensione Unipol e esperta di SRI, ha dichiarato la netta scelta politica di non investire né come trading proprietario né come mediatore di interessi della clientela in un mercato così controverso.

Riguardo alla regolamentazione dei fondi assicurativi, per la maggior parte del portafoglio la normativa italiana non consente di investire in questo tipo di derivati.

É possibile farlo solo se c’è il sottostante.

É in corso di approvazione uno schema di regolazione ministeriale che ha introdotto tra varie novità la possibilità di investire in merci nei fondi pensione.

I comparti previsti sono le soft comodities o le hard: Metalli e petrolio.

Emanuela Citterio, componente del coordinamento della campagna “sulla fame non si specula”, ha moderato gli interventi evidenziando che é raro trovare parità di genere nelle tavole rotonde. Questo é il segno di un agire responsabile.

Un altro intervento operativo é stato quello di Simona Merzagora, gestore di ING IM.

ING è la seconda società finanziari a livello globale in termini di sostenibilità.

Infatti sono presenti nel listino UNIFOOTS for GOODS e nel DOWJOMES SUSTENANILITY

Lavorare in maniera responsabile si fa operando direttamente con l’acquisto di quote dalle aziende e non comprando sugli indici. In questa maniera é possibile anche esercitare un’azione di engagement nelle assemblee votando pro e contro azioni controverse.

La giornata si è conclusa con le parole magiche della SOSTENIBILITÁ pronunciate da  Simona Merzagora: ” il mercato deve essere libero di agire ma bisogna andare oltre le opportunità di mercato per valutare gli effetti che le scelte operate hanno sulla realtà

 Bologna 21 novembre 2013

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