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di Coriolano Pallacci
Con il presente Mini articolo cercherò di dimostrare i motivi per cui ritengo che i paesi più avanzati saranno attanagliati dalla deflazione nel prossimo periodo.
a) La moneta ha ormai una piena libertà di movimento globale, non solo ma la sua velocità di circolazione e di spostamento, all’interno e all’esterno di un paese è assimilabile a quello dell’informazione, cioè immediata.
b) I capitali si scambiano velocemente nelle borse valori e la proprietà o il controllo di aziende cambiano facilmente paese, anche la costituzione di aziende è relativamente veloce, tutto ciò avviene in tutti i paesi del globo.
c) Le merci ,dopo la conclusione positiva dei vari accordi commerciali globali ( Uruguay round e successivi) e ormai con l’utilizzo massiccio dei container e dei cargo, hanno un’elevata facilità di circolazione globale. Inoltre il prezzo dei noli marittimi e dei costi assicurativi, sono in calo da anni.
d) Le persone, al contrario, non hanno facilità di movimento globale, infatti assistiamo a processi di emigrazione/fuga da luoghi di guerra e fame, in condizioni estreme, inoltre ritengo che in realtà, se possibile le persone vorrebbero vivere e lavorare dove sono nate e dove ci sono i loro affetti.
Bene, l’articolarsi dei quattro fattori sopra descritti ha fatto si che i capitali,” le aziende” si siano dislocate, dove il fattore lavoro costa meno. Questo fenomeno ha sottratto lavoro dai paesi evoluti, verso i paesi in via di sviluppo, le aziende li dislocate avevano però l’obiettivo di vendere le merci e i servizi ai paesi evoluti, ma appunto per effetto dei diminuiti redditi, i medesimi paesi evoluti assorbono meno merci di quelle preventivate. I produttori dislocati nei paesi in via di sviluppo abbassano i prezzi e lo possono fare proprio in virtù dei bassi costi del fattore lavoro, innescando per questa via il meccanismo della deflazione che colpirà oltre all’Europa, anche gli Stati Uniti.
Per la verità il presidente USA Obama o meglio i suoi consiglieri, intravisto il pericolo alcuni anni fa, hanno lavorato per far ritornare aziende manifatturiere sul suolo americano, e sta cercando di far rialzare i salari per ostacolare il fenomeno, cosa che non è ancora stata iniziata dai paesi europei.
Teniamo presente inoltre che la globalizzazione ha, nei fatti, messo in competizione i singoli stati nel proporre agevolazioni fiscali per le aziende che scelgono di avere la loro sede nel paese , questo al fine di creare veri posti di lavoro, es. Fiat ha scelto di avere la residenza fiscale in Gran Bretagna, se questo fenomeno procede con questi ritmi, il divario tra ricchi e poveri già elevatissimo aumenterà ancora e i singoli stati non avranno risorse per mantenere una assistenza decente, aggravando per questa via la deflazione in quanto la maggior copertura di servizi non più forniti dagli stati eroderanno quote di reddito ai consumi.
Purtroppo non ho nessuna soluzione per interrompere, quello che io vedo, come un circolo vizioso che potrebbe condurre, nel caso la disoccupazione non di riduca a rivolte sociali, tra l’altro già avvenute nei paesi più fragili della filiera.
Bologna, 2 febbraio 2014