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Il Jobs Act è entrato in vigore oggi, 16 dicembre 2014: la Legge n. 183/2014 è stata, infatti, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 290 del 15 dicembre 2014. Ben cinque le deleghe alle quali dovrebbe essere dato seguito, si spera in tempi molto brevi, con l’approvazione dei relativi decreti delegati che fissano i principali criteri direttivi ai quali i decreti stessi dovranno attenersi ed i termini cronologici di effettività delle norme.
Il 5 dicembre, presso la sede del PD bolognese, il Forum Lavoro ha incontrato Filippo Taddei, responsabile Economia della Segreteria Nazionale.
Non ha convinto il “birignao” di Taddei.
No, proprio non hanno convinto le forzate argomentazioni sulla capacità di una legge delegata, e dei 5 Decreti attuativi a questa legati, di creare occupazione.
Non ha convinto soprattutto, e non può essere condiviso, il nuovo ordito che è alla base della produzione normativa intrapresa con il Jobs Act: è la fine del dialogo fra le parti sociali con la mediazione delle Istituzioni e dei tavoli tecnici ed è la restaurazione di una decretazione d’urgenza in tematiche di forte impatto come, appunto, il mercato del lavoro.
Il trend è, di fatto, iniziato 4 anni fa. I 4 governi che si sono susseguiti hanno TUTTI legiferato sul “Mercato del Lavoro”: a cominciare dall’art. 8 del Decreto Salva Italia (Legge 138/2011, Sostegno alla contrattazione collettiva di prossimità), Legge 92/12 (Riforma Fornero sul Mercato del Lavoro e Pensioni), Riforma del Lavoro di Giovannini (Governo Letta, anno 2013) e, in ultimo, l’anglofobo Jobs Act.
Ma dov’è il “Nuovo Verso”? Dov’è il riconoscimento di competenze e sinergie? C’è, invece, una presunzione di fondo e l’arroganza di chi “non ha bisogno di chiedere mai”, il tutto “profumato” da una certa ignoranza dei meccanismi giuridico economici del Mercato del Lavoro in Italia.
Italia, appunto: perché è di Italia che si sta parlando e perché meccanismi, quali flexicurity et similaria, che hanno la propria ragion d’essere in Olanda, Germania o USA, non sono tout court performabili a tutte le realtà socio/economiche.
Il mio intervento al Forum Lavoro è stato tecnico e forzatamente sotto i sei minuti di tempo. La replica di Taddei deludente e non esaustiva.
Le tutele crescenti, dove crescente è solo l’importo dell’indennizzo riconosciuto al lavoratore assunto e poi inopinatamente licenziato nei tre anni seguenti l’assunzione medesima, non porteranno un aumento degli occupati. Non è forse eticamente più corretta la politica aziendale di chi assume a tempo determinato, garantendo, quindi, per il tempo pattuito la retribuzione e la tutela del lavoro, di coloro che considerano i dipendenti come dei “sorvegliati speciali” licenziabili ad nutum?
Non c’è certezza delle decontribuzioni alle aziende per le nuove assunzioni: al momento, è solo la Legge di stabilità anno 2015 che le ha in bilancio e non sono previste per anni futuri.
Nulla di nuovo per l’occupazione giovanile al di là delle facili enunciazioni. L’apprendistato era già stato rimaneggiato a marzo, mentre la Garanzia Giovani è in ritardo sulla prevista tempistica; per l’occupazione femminile non servono gli € 80,00 del bonus bebè.
E’ completamente assente la politica industriale e l’intervento dello Stato negli investimenti strutturali e di servizio: è sempre, e ancora, la solita politica economica del giorno dopo.
Sarà opportuno, tuttavia, che i Decreti Attuativi vengano emanati al più presto: è, già, quantificabile lo stallo degli avviamenti di inizio anno in attesa di chiarezze interpretative.
In quanto alla sinergia tra politica e tecnica, è una causa persa. Fonti certe dicono che, all’indomani del 5 dicembre, Taddei abbia convocato, per parlare di Jobs Act, i commercialisti.
I Consulenti del Lavoro? No, meglio evitarli, individuano il problema e cercano delle soluzioni! E, soprattutto, si rischia di sentirsi ripetere ciò che Il Presidente dell’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro ha dichiarato alla stampa: “Il jobs act? E’ inutile!” (Cfr Italia Oggi del 12 dicembre 2014)
E il Forum Lavoro? E i Forum Lavoro in generale? Quale funzione hanno? Dove si propone, si discute, si condivide?
Che servano dei Decreti attuativi anche per il funzionamento del PD?
Bologna, 16 dicembre 2014