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Una tragedia sul lavoro di ieri che ci parla del mondo di oggi
Porto di Ravenna, cantiere navale MecNavi, 13 marzo 1987, alcuni operai stanno ripulendo le stive della motonave Elisabetta Montanari, una gasiera adibita al trasporto GPL, altri operai tagliano e saldano lamiere con la canna ossidrica, una scintilla provoca un incendio.Le fiamme si propagano e tredici uomini che stanno ripulendo le stive muoiono asfissiati dai gas di combustione.
Tredici uomini muoiono come topi nelle stive più profonde.
Ci fu un sommovimento di sentimenti di rabbia e d’indignazione popolare nei giorni che seguirono la tragedia . La parola d’ordine scritta e gridata che venne portata in corteo da giovani generosi di Ravenna era :” MAI PIU’ ”
Lo choc era enorme. Le autorità e molti cittadini mostrarono sorpresa: non era possibile che in un territorio evoluto e civile come quello di Ravenna vi potessero essere condizioni di lavoro così precarie, in nero e prive delle più elementari tutele di sicurezza … Come era potuto succedere tutto questo senza che vi fossero state avvisaglie e interventi preventivi ?
Il mercato sotterraneo del lavoro in nero che si svolgeva in qualche bar nei dintorni del porto pareva essere sconosciuto ai più. Anche a coloro che dovevano esserne a conoscenza per le responsabilità istituzionali e/o associative che ricoprivano.
L’interpretazione che venne data dalle autorità locali sui determinanti di questa tragedia: la Mecnavi era un’azienda che operava al di fuori legge (vero), un residuo di una concezione imprenditoriale retriva e del passato, un’anomalia da eliminare dal tessuto produttivo sano ed evoluto del territorio.
Quell’interpretazione tesa ad isolare il caso Mecnavi come estraneo al tessuto produttivo ravennate era purtroppo errata e consolatoria. Le modalità d’uso del lavoro irregolare, in nero e malpagato, il risparmio sulle procedure di organizzazione del lavoro bypassando la gestione della sicurezza non erano un residuo del passato ma in qualche misura anticipavano la visione postmoderna tesa a svincolare l’impresa dalla responsabilità rispetto al diritto dei lavoratori di lavorare in sicurezza e con salari dignitosi.
Il comportamento criminoso della Mecnavi fu letto solo dal punto di vista del codice penale ma non dal punto di visto della sua “potenzialità negativa” come modello precursore, ancora rozzo e primitivo, di deresponsabilizzazione sociale e civile dell’impresa rispetto ai diritti fondamentali dei lavoratori.
La subcultura imprenditoriale che ancora ricerca il vantaggio competitivo nel lavoro illegale e insicuro e malpagato non è stata certo sconfitta. Dal tempo del “modello Mecnavi” si è evoluta, si è trasformata e ora opera “border line” con maggiore abilità utilizzando le porosità che le attuali norme del mercato del lavoro consentono.
La legislazione sulla gestione della sicurezza è assai migliorata rispetto agli anni ’80 ma vi è un punto fodamentale sul quale occorre fare luce: senza la partecipazione attiva dei lavoratori è assai difficile una gestione efficace della sicurezza. La partecipazione attiva da parte dei lavoratori purtroppo in quest’epoca è in diversa misura paralizzata dalla paura di perdere il lavoro e da una legislazione che può fornire strumenti impropri al datore di lavoro per mettere a tacere chi richiede maggiore sicurezza: la minaccia di demansionamento e/o di licenziamento per “ragioni economiche” possono diventare armi formidabili per silenziare i lavoratori e anche i loro rappresentanti…
L’agibilità dei lavoratori per partecipare tramite loro rappresentanze alla gestione gli aspetti della sicurezza è ora, nei fatti, affidata al senso etico e di responsabilità sociale dell’impresa …. E’ sufficiente ? Questa è la domanda legittima e non retorica cui è necessario rispondere anche nella celebrazione di domani.
Rammentiamo e segnaliamo l’evento di domani 13 marzo a Ravenna per commemorare i lavoratori caduti e segnaliamo altresì “IL COSTO DELLA VITA. Storia di una tragedia operaia ” di Angelo Ferracuti 1), uno dei lavori migliori per capire quello che successe a Ravenna il 13 marzo 1987 e dopo .
1) Il costo della vita. Storia di una tragedia operaia
Autore Ferracuti Angelo
http://www.ibs.it/code/