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Di provenienza anglosassone, ma di evidente origine latina, perché preso integralmente dall’aggettivo maschile latino bonus e trasformato in sostantivo con il valore di “gratifica, premio, indennità”, il Bonus è entrato con prepotenza nel frasario dei provvedimenti economici e sociali.
Il Bonus è politicamente efficace: veloce, visibile, perfetto in campagna elettorale perché socialmente mirato e, di fatto, non modifica norme, non propone riforme strutturali e garantisce un sostanziale “status quo”.
Mai provato a elencare i bonus di cui siamo, chi più e chi meno, beneficiari?
Nella busta paga dei dipendenti del settore privato è presente il “Bonus Renzi” (dal nome del suo inventore): beneficio economico nato nel 2014, rifinanziato nel 2015, pari a €80,00, il cui scopo dichiarato è quello di tagliare il costo del lavoro e incoraggiare i consumi privati. In realtà, non interviene affatto sul costo del lavoro, che è altra cosa, ma è, in sintesi, la parziale restituzione di imposte trattenute in busta paga al lavoratore medesimo. A causa di questa “fantasia” tributaria non ne beneficia proprio chi ne avrebbe più bisogno, cioè chi ha un reddito così basso da non pagare imposte, i cd incapienti, mentre si allontana la necessità della Legge Delega Fiscale, una revisione organica delle imposte dirette e indirette per il fisco più equo.
Se nel 2015 in una famiglia italiana, comunitaria o extracomunitaria, con permesso di lungo soggiorno, arriva la cicogna è previsto il “Bonus bebè” (francesismo desueto, mi sarei aspettata piuttosto un “baby bonus”), pari ad €80,00 mensili per figlio fino al compimento del terzo anno di età. Anche qui, le politiche sociali per le famiglie perdono priorità.
Se si è pensionati, si spera nel “Bonus Poletti” (dal nome di chi sta digerendo la sentenza della Corte Costituzionale), rimborso parziale e scaglionato, a partire dal primo agosto, della mancata indicizzazione delle pensioni a seguito della Legge Fornero. Le pensioni sono un altro dolente capitolo che l’ “una tantum”, compresa fra i €278,00 e i €750,00, non potrà sanare.
L’elenco è lungo.
C’è il “Bonus mobili”, il “Bonus Gas – Energia”, il “Bonus Idrocarburi”, il “Bonus Disoccupati”, il “Bonus Famiglia”, a Modena c’è anche il “Bonus Acqua”. Non ho notizie del “Bonus Aria” ma non dispero di trovarne traccia. Alcuni candidati nelle prossime elezioni regionali potrebbero auspicare per se stessi un “Bonus Presenza” da contrapporre alla propria impresentabilità.
A questo punto è auspicabile che la politica provveda almeno a redigere un “Testo Unico” dei Bonus, giacché non provvede ad attuare autentiche riforme.
Personalmente propongo il “Bonus Ombrello” da utilizzare quando i fenomeni atmosferici sono avversi: la soluzione migliore al “Piove, Governo ladro!”.
Attendo commenti e, soprattutto, suggerimenti. Con preghiera di utlizzare anche lo strumento del blog in calce all’articolo, è uno strumento veramente efficace.
Bologna 28 maggio 2015
2 Responses to Un Bonus non si nega a nessuno