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Autentiche protagoniste delle ultime “variopinte” settimane: donne che in politica, in economia e fra le stelle rubano la scena ai colleghi dell’altro sesso, recitando a soggetto da attrici esperte.
Sono una grande sostenitrice delle “quote rosa”: la parità di genere è un diritto che va salvaguardato e tutelato, come una specie protetta, ed apprezzo la determinazione con cui il Partito Democratico prova a rispettare questo principio garantendo, almeno sulla carta, pari possibilità di accesso alla vita pubblica.
Alcune “politiche democratiche professioniste”, o aspiranti tali, hanno perso, tuttavia, il senso dell’opportunità politica e della misura e si avventurano sugli impervi sentieri dei mass media, portando alla causa più danno che guadagno.
Le ultime elezioni amministrative ci hanno consegnato una galleria di ritratti in rosa imbarazzanti per chi si è battuto per il divorzio, per l’aborto, per la crescita sociale dell’Italia post boom economico o, più semplicemente, per la libertà di poter indossare minigonne o pantaloni.
Sconcertano le dichiarazioni a caldo di Raffaella Paita, mancata presidente della Liguria, danneggiata a suo dire da una “campagna contro” a firma Civati & soci, così come aveva infastidito la sicumera con cui “Ladylike”, alias Alessandra Moretti, vantava le capacità professionali della sua estetista personale perché “le donne in politica devono essere belle, brave, intelligenti ed eleganti”. È evidente e spiacevole l’allusione allo stile più austero di Rosy Bindi, al secolo Maria Rosaria, che, con tempistica discutibile, porta agli onori della cronaca la lista degli impresentabili in odor di mafie; la Pasionaria di Sinalunga deve aver sorriso sotto i baffi, non ha l’estetista della Moretti!, alla lettura dei risultati in Veneto e dei ballottaggi di domenica scorsa.
A luglio 2014 ho incontrato l’allora neo consigliera europea Moretti. Non le ho chiesto della sua estetista, le ho parlato della Direttiva Bolkeinstein, nodo cruciale per il mondo delle imprese e del lavoro. Credo che, dopo avermi garantito che la riforma della Direttiva fosse nel suo programma europeo, se ne sia completamente dimenticata: peccato che della sua mancata promessa se ne siano ricordati gli imprenditori veneti che pur l’avevano appoggiata solo l’anno prima!
Se la Moretti piange la Boschi, con le sue scarpe rosse, l’unica cosa di rosso in tutta questa vicenda!, non ride: Arezzo, la sua città natale, è passata alla destra mentre la Serracchiani, vice di Renzi e Presidente del Friuli, minimizza l’evidenza.
Fanno meglio le mille donne che, grazie alla Legge 120 del 2011, a firma Golfo e Mosca, allora deputate del PD, con l’appoggio trasversale di altri gruppi, sono entrate nei Consigli d’Amministrazione delle aziende private quotate in borsa: il loro lavoro è apprezzato e apre le porte ad altre professioniste. Lo scorso maggio la Fondazione Bellisario ha premiato con la “Mela Rosa” 226 donne consigliere d’amministrazione per il significativo operato in campo economico.
Astro Samantha è tornata sulla Terra dopo 200 giorni nello spazio. Appena sbarcata ha dichiarato: ”L’astronauta non fa la celebrità di mestiere”. Spero che questa dichiarazione stia a significare che non intenda accettare una candidatura politica ma che continuerà a volare alta, molto alta, più alta di tutte, fuori da inutili querelle.
E poi, in fondo, è più facile che una donna arrivi sulla Luna che al Quirinale. O no?
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