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Riflessioni sull’enciclica di Francesco e la Conferenza sul Clima
È indispensabile che la 21ª Conferenza delle Parti sul Clima, organizzata dall’UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) e che oggi si apre a Parigi, si concluda il prossimo 12 dicembre con un accordo sottoscritto da tutti i paesi.
Quello di Kioto fu ratificato solo dagli stati che rappresentavano il 12% del totale delle emissioni. Dopo lunghe dispute, il 15 febbraio 2005, 152 paesi sottoscrissero l’accordo – che era stato stilato nella città giapponese nel 1997 – impegnandosi a limitare l’emissione di gas serra tra il 2008 e il 2012. Il protocollo fu sottoscritto, tra gli altri, dall’Italia ma non da grandi paesi come l’India né dalla Cina e soprattutto non dagli Stati Uniti.
Parigi sarà il punto di partenza di un nuovo quadro internazionale in cui per la prima volta tutti i paesi membri della Convenzione sottoscriveranno degli impegni di riduzione volontari all’interno di un trattato vincolante che avrà durata dal 2020 al 2030. La sfida di Parigi sarà quindi quella di rendere, all’interno degli aspetti ancora aperti sul tavolo negoziale (periodi di revisione, meccanismo di compliance, aspetti finanziari e meccanismi di mercato, loss&damage ed equità), ancora più elevato il livello di ambizione degli strumenti pratici, al fine di rendere forte l’accordo nel momento in cui entrerà in funzione.
Se l’obiettivo è non superare i 2 gradi di innalzamento del global warming, il riscaldamento globale, e monitorare con cadenza precisa i risultati raggiunti, tale impegno deve necessariamente essere assunto da tutti. In campo sembra esserci la volontà di trovare una strategia a 360 gradi e non solo per il global warming: dagli effetti sul clima ci sono stati impatti forti in termini di geopolitica, di guerre e conflitti. Da qui l’interesse di Cina e Stati Uniti ad essere protagonisti in Francia insieme all’Unione Europea. E l’enciclica “Laudato si’”(d’ora in poi: enciclica oppure Ls) di papa Francesco sulla cura della casa comune costituisce, senza dubbio, un contributo importante per accrescere la consapevolezza dei rischi ambientali e ricercare soluzioni condivise.