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Il vertice dei capi di Stato europei di Goteborg dello scorso novembre potrebbe rappresentare uno dei primi passi concreti per l’affermazione del “Pilastro Europeo dei Diritti Sociali”. Nelle conclusioni del vertice sono stati enunciati e sottoscritti dai Governi dei Paesi membri dell’Unione europea 20 principi e diritti che definiscono il perimetro sociale dell’Europa del futuro e che possono essere racchiusi in tre aree principali: uguali opportunità, pari condizioni lavorative, protezione e inclusione sociale. Ma cosa possiamo aspettarci da questo risultato che completa un lungo percorso di consultazione con la società civile, le organizzazioni sindacali, il mondo delle imprese e le istituzioni pubbliche? Il “Pilastro Europeo dei Diritti Sociali” influenzerà da qui in avanti politiche nazionali e comunitarie in campo sociale, ma va inteso per noi come la “bussola” e il quadro di riferimento a cui appellarsi, da far vivere nei progetti, nelle misure concrete, nella contrattazione. Sono una impalcatura, un quadro di riferimento condiviso a livello sovranazionale e questo conta, ma sono anche una sfida lanciata ad ogni operatore sociale, politico, economico pubblico e privato che intenda definire la nuova Europa su basi di maggiore equità rimettendo le tutele lavorative al centro di ogni azione.
Anna Salfi
Segreteria della CGIL – Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna
Responsabile delle Politiche europee ed internazionali
Bologna, 29 gennaio 2018
Links utili:
Elenco dei venti principi fondanti il “Pilastro Europeo dei Diritti sociali”
Sito UE sul Pilastro europeo dei Diritti sociali