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ESM ( Eurpean stabilty mechanism)

La faccenda è un po’ complicata, ma prima di entrare nello specifico, è

necessaria che sia chiara una cosa: l’ Europa non è uno Stato, non è una confederazione di Stati, non è una federazione di Stati.
E’ una parte di un continente fisico.
E’ tenuto insieme da una moneta unica, da regole condivise e da Istituzioni, ma non da un bilancio unico e da fiscalità unica e organizzata. Le istituzioni coordinano politiche nazionali, esercitate da parlamenti e governi sovrani.
Il ESM è un fondo creato ” SOLIDARMENTE ” cioè tutti i paesi vi hanno versato dei quattrini, in proporzione al proprio PIL.
Il fondo è anche conosciuto come fondo ” salvastati ” è nato quindi per intervenire celermente con le proprie capacità, i propri capitali, in soccorso di uno Stato che si trova in difficoltà e su sua richiesta.
Uno Stato si può trovare in difficoltà perché, ricordo , operiamo in ” economie di mercato ” , le obbligazioni governative, cioè emesse dai singoli Stati, sono scambiate su mercati regolamentati.
Può accadere che gli operatori dei mercati medesimi, in seguito a eccessivo debito di un singolo Stato o eccessivo deficit, perdano la fiducia e quello Stato venga travolto da ondate di vendite che possono azzerare il valore dei risparmi accantonati nei titoli governativi.
Il modo di assumere decisioni di intervento non è cambiato molto con la riforma di cui si sta discutendo, ma la faccenda è complicata, perché si intreccia con la riforma che sta procedendo sul meccanismo di garanzia europea sui depositi bancari.
L’insieme delle due riforme, e in particolare la richiesta tedesca di non considerare l’acquisto dei titoli governativi da parte delle banche non più esenti da rischi e quindi con assorbimento di capitale, può ” facilmente ” innescare una reazione ( nei mercati finanziari contano i rischi percepiti ) su paesi ad alto indebitamento come appunto l’Italia, che sarebbe appunto la cosa da evitare.
Una possibilità ” negativa “che si potrebbe autoavverare.

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