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(a cura di Amina Crisma, in collaborazione con www.inchiestaonline.it )
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Sono passati sei mesi da quando Vittorio ci ha lasciati, il 29 luglio. Ho ritrovato in un suo editoriale per un vecchio numero di Inchiesta (“Il tetto si è bruciato. Ora posso vedere la luna”, aprile/giugno 2013) un breve passaggio, nel contesto di una più lunga e articolata riflessione, che qui sotto riproduco, e che cita alcuni haiku, fra cui il suo prediletto era
“Sulla montagna/la luna sorride al ladro di fiori/ e lo illumina” .
Ed è in questo modo che mi piace evocarlo, nello spazio di questo verso a lui caro, che è il solo luogo dove mi è oggi dato ritrovare la sua vivente immagine: così elusiva, così presente.
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Vittorio Capecchi, “Il tetto si è bruciato. Ora posso vedere la luna”
(….) Haiku giapponesi sulla luna. Gli haiku sono poesie brevi di tre versi per complessive 17 sillabe in cui “un attimo di vita diventa verso”. Gli haiku hanno come soggetto fiori, uccelli, piccoli animali, stagni, giardini e la luna.
La luna negli haiku può seguire le stagioni:
Vapori / nella luce della luna / un inizio di primavera (Issa Kobayashi);
Torna l’inverno / per il primo bianco, / nel chiaro di luna (Yosa Buson).
Può incontrare personaggi come il ladro gentile:
Sulla montagna la luna / sorride al ladro di fiori / e lo illumina (Issa Kobayashi);
La bella luna / lasciata dal ladro / alla finestra (Daigu Ryokan);
Che luna: / il ladro / si ferma per cantare (Yosa Buson)
oppure può incontrare direttamente i fiori:
Che ci sia la luna / sul sentiero notturno / di chi porta fiori (Takarai Kukaku);
Tra i fiori che si scuriscono / la bianca peonia / cattura la luna (Kato Gyodai).
La luna può essere fredda, veloce, lontana, velata, piena:
Luna fredda. / nel rumore del ponte / io vado solo (Tan Taigi);
Luna veloce: / le cime degli alberi / sono impregnate di pioggia (Matsuo Basho);
Addormentato sul cavallo scorgo / tra sogno ed alba, / la luna lontana e il fumo del tè (Matsuo Basho);
A valle nel fiume / rumore di reti gettate / luna velata (Tan Taigi);
Luna piena d’autunno, / bellissima semplicemente, perfettamente / chiara (Miura Chora).
L’haiku che dà il titolo a questo editoriale – Il tetto si è bruciato. Ora posso vedere la luna – è di Mizuta Masahide (1657-1723), e la scena ricorda gli incendi che spesso scoppiavano improvvisi nelle case di legno della vecchia Tokyo. Questo haiku mi è venuto in mente perché pone un interrogativo alla politica di oggi. Molti lettori di Inchiesta condividono la valutazione che più di un tetto si è bruciato (la partecipazione politica al voto, le vecchio logiche di partito, il neoliberismo ecc..) ma questo incendio può permettere di vedere meglio la luna?
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